
Nelle ultime settimane è impossibile non aver sentito o letto anche di sfuggita il nome della serie tv “Mercoledì”, tutti sono rapiti dall’ultimo capolavoro di Tim Burton che con otto episodi da cinquanta minuti ciascuno ha registrato un record assoluto di visualizzazioni. Il 6 dicembre 2022 è diventata la terza serie in lingua inglese più vista nella storia della nota piattaforma “Netflix”. Con “Mercoledì” si è dato ufficialmente inizio ad una rinascita della famiglia più cupa al mondo, “Gli Addams”, ideata dalla creatività di Charles Addams nel 1938. L’intero prodotto costato due anni di duro lavoro e un budget milionario di dollari è stato valutato in modo estremamente positivo dai massimi critici del settore, ed ovviamente anche noi del “Cannocchiale del Galilei” vogliamo esprimerci a riguardo.
Jenna Ortega, giovanissima attrice americana, si è perfettamente calata nel personaggio e ciò ha permesso di regalare agli spettatori un’interpretazione magistrale degna di nota, comparabile a quella di Leonardo Di Caprio nel colossal Titanic. Di fatto, la sua impeccabile mimica facciale, i movimenti studiati degli occhi e la grande attenzione nei movimenti degli arti hanno dato vita ad un fenomeno inimitabile, che unito all’enorme competenza e professionalità dei truccatori e parrucchieri è divenuto un personaggio indubbiamente superlativo. Esso oltre a rappresentare la versatilità e la bravura della protagonista è sinonimo anche dell’enorme lavoro che cela dietro un singolo individuo di una serie di successo come questa.


L’aiuto della famosa tecnologia del green screen ha inoltre permesso la presenza dell’assistente fidato o erroneamente definito come l’animale domestico di Mercoledì. Parliamo di Mano, che ha giocato un ruolo fondamentale nella serie, sia per i ritmi ma anche per accentuare delle caratteristiche di alcuni personaggi. Principalmente, ha infatti permesso a Mercoledì di mostrare in modo inconsapevole e del tutto inaspettato la sua “umanità”, che palesandosi raramente con sorrisini accennati garantisce colpi di scena e sorprese positive. Mano è inoltre quell’elemento che aggiunge alla serie dei piccoli spunti di comicità, strappando quindi delle risate anche in contesti completamente macabri. È in sostanza “una macchietta bianca che spostandosi su una grande lavagna nera aggiunge delle dinamiche divertenti” e paradossalmente concentra l’attenzione su situazioni cruciali che a primo impatto possono sembrare di marginale importanza.

Anche la scelta della location è risultata vincente, il castello Cantacuzino, locato in Romania è infatti stato lo scenario ideale per le caratteristiche della trama. I colori, le forme e la sinergia tra architettura e natura hanno rappresentato una delle colonne portanti dell’intero lavoro. I misteri che hanno animato il racconto necessitavano di determinati spazi con elementi specifici che hanno calcato messaggi e hanno aumentato la suspense in tantissime occasioni e maggiormente nella parte conclusiva della storia. La stanza di Mercoledì ne è un esempio lampante. Quest’ultima è caratterizzata da un enorme e dominante rosone diviso in due come la stessa camera. Da un lato, dorme la già nota Mercoledì e il pezzo di rosone è privo di decorazione. Nell’altra metà della stanza dorme invece Enid, la futura migliore amica della protagonista che decide di decorare il suo pezzo di rosone con mille colori, come se fosse una sezione di arcobaleno. Ciò ha permesso di mostrare con una semplice immagine la differenza sostanziale fra la protagonista ed una classica adolescente. Pensando alla serie “Mercoledì”, oltre al personaggio, a molti verrà subito e sicuramente in mente il castello, la camera, oppure la stanza segreta della Nevermore Academy, ed è proprio qui che afferriamo pienamente quanto gli spazi e gli ambienti siano stati fondamentali.
Ovviamente per una serie dove il soprannaturale è una parola d’ordine e soprattutto una prerogativa un ruolo importante è stato svolto anche dagli stuntmen, dagli effetti speciali e digitali che hanno reso l’impossibile possibile, come la già citata mano, oppure l’incendio nell’ultima puntata creato interamente da specialisti del settore con un computer.
Degna di nota è anche la scelta delle musiche, adatte ad ogni occasione e sempre adeguate ed in linea con il contesto e con le vicende. L’attraente colonna sonora, risultato di un’unione meticolosa di vari adattamenti musicali è stata il cuore pulsante per la pubblicità e per la promozione del prodotto in televisione ma soprattutto sui social, dove milioni di ragazzi ancora adesso provano ad imitare il ballo di Mercoledì Addams che si può vedere in chiaro nella quarta puntata.

Il vero asso nella manica di questo prodotto è stata quindi “l’attenzione”, l’importanza data al dettaglio e ai personaggi. Il cast, la location, gli effetti speciali, tutto sotto la direzione del maestro del dark Tim Burton hanno portato alla luce un capolavoro indiscusso di questo decennio, che ha avvicinato i ragazzi ad un genere ambiguo ma pieno di particolarità sorprendenti. Guardando la serie si può inoltre notare come paradossalmente l’importanza maggiore sia stata conferita all’amicizia e alla famiglia, perché anche se sei la ragazza più dark al mondo, capace di combattere un intero esercito di samurai spietati e con uno sguardo in grado di intimorire anche Jeffrey Dahmer, avrai sempre bisogno di un sostegno morale e psicologico e soprattutto necessiterai sempre di una spalla su cui piangere, e questo Mercoledì lo ha capito a sue spese.
Considerazioni finali
Ci sono però due appunti da dover fare che sono ovviamente estremamente soggettivi. Il primo riguarda i tempi con cui si sono svolte le vicende, che delle volte appaiono troppo veloci e quindi permettono una risoluzione delle dinamiche in periodi fin troppo brevi, ma necessari per non sforare il massimale. Il secondo invece riguarda la poca attenzione data alla famiglia Addams, Morticia per esempio assume un ruolo portante soltanto nel quinto episodio. È pur vero che la serie per antonomasia è incentrata sulla figlia Mercoledì, ma bisogna non dimenticare mai l’origine e quindi delle dinamiche già esistenti e che hanno reso la famiglia Addams nota in tutto il mondo.
Per noi del “Cannocchiale del Galilei” il voto da assegnare è un nove ampiamente meritato. Si attende con ansia e trepidante attesa la seconda stagione che speriamo possa fornire delle risposte esaustive a delle dinamiche ancora non concluse. Inoltre, speriamo che il tutto non cada in un taglio “commerciale televisivo” e che l’attenzione ai dettagli e alle particolarità resti ugualmente elevata.
Maceroni Pierfrancesco