Il nostro Istituto ha organizzato un evento che si è sviluppato in un paio di settimane del mese di marzo, dedicato alla formazione degli alunni per l’uso del defibrillatore, più nello specifico alle tecniche di rianimazione e disostruzione BLS-D.
Probabilmente vi starete chiedendo: “cos’è il BLS-D?”
BLS-D è l’acronimo di Basic Life Support – Defribillation: cioè le manovre di primo soccorso con l’impiego del defibrillatore.
Questo percorso è stato suddiviso in due parti:
- la prima parte teorica, tenuta dal Dott. Calvisi che ci ha introdotto e spiegato queste manovre salvavita con dimostrazioni pratiche effettuate dai nostri stessi compagni.
- la prima parte teorica, tenuta dal Dott. Calvisi che ci ha introdotto e spiegato queste manovre salvavita con dimostrazioni pratiche effettuate dai nostri stessi compagni.

Nel dettaglio ci siamo immedesimati in un ambiente nel quale si dovevano valutare alcuni parametri: la sicurezza del soccorritore e del paziente, la valutazione della condizione del paziente, la chiamata del pronto soccorso, l’inizio delle compressioni RCP e infine l’utilizzo del defibrillatore.
COS’E’ IL DEFIBRILLATORE
Tutti noi abbiamo imparato a conoscere questo dispositivo che i medici utilizzano per trattare gravi disturbi del battito cardiaco. Il DAE (defibrillatore automatico esterni) può essere utilizzato da chiunque in quanto provvisto solamente di 2 pulsanti, uno per l’accensione e uno per erogare la scarica. Una volta individuata la condizione di arresto cardiaco, il dispositivo procede autonomamente ad erogare lo shock al cuore del paziente.
COME SI FA?

Prima di eseguire qualsiasi azione bisogna controllare le condizioni del soggetto: se è cosciente o meno, se dà segni di vita e se respira. Il soccorritore, inginocchiato lateralmente al paziente, all’altezza del bacino, rileva la presenza o meno del respiro osservando il movimento del torace; una volta constatato il respiro, posiziona le mani l’una sull’altra, al centro del torace del soggetto e tenendo le braccia ben tese, applica una pressione verso il basso di 5-6 cm. Ogni 30 compressioni toraciche (massaggio cardiaco) si effettuano due insufflazioni d’aria con apposita maschera, se presente. Questa manovra va ripetuta ad oltranza fino all’arrivo dei soccorritori muniti di defibrillatore.
A COSA SERVE IL DEFIBRILLATORE?
Il defibrillatore è l’unico strumento in grado di riconoscere condizioni di anomalia (come nel caso della tachicardia ventricolare e della fibrillazione ventricolare) e fornire autonomamente una terapia elettrica salvavita, inviando un forte impulso elettrico al cuore, defibrillandolo.
Anche questa procedura si ripeterà fino all’arrivo dei soccorsi o alla ripresa del paziente.
COME SI USA IL DEFIBRILLATORE?

Dopo aver constatato l’assenza del battito nel paziente, vengono applicati gli elettrodi in due punti precisi del torace: sotto la clavicola destra e sul costato sinistro a 4 cm dall’ascella.
Il defibrillatore valuta in totale autonomia le condizioni cardiache del paziente e fornisce chiare informazioni sulle procedure da adottare: in caso di fibrillazione ventricolare, verrà effettuata una scarica dall’operatore, previo allontanamento di persone circostanti, che sarà intervallata da cinque cicli di trenta compressioni e questa procedura avrà luogo fino alla ripresa del paziente; altrimenti, in caso di totale arresto cardiaco il defibrillatore non dà la possibilità all’operatore di scaricare, pertanto bisogna continuare le RCP.
Noi ragazzi della Redazione “ilcannocchialedelgalilei.it” abbiamo voluto descrivere sommariamente questa procedura perché crediamo fermamente che, in caso di necessità, le manovre apprese, potrebbero riuscire a salvare la vita di una persona, e che tutti dovrebbero essere a conoscenza di tali procedure. Questa esperienza ci ha responsabilizzato e formato verso un futuro nel quale ogni singolo individuo, ognuno di noi possa dare il suo contributo di aiuto, di sostegno e di collaborazione all’interno della comunità con lo scopo ultimo di promuovere il concetto di solidarietà. Trovarsi in una situazione di emergenza e dover intervenire con freddezza per salvare una vita umana non è sicuramente facile; ognuno di noi potrebbe essere assalito dal dubbio, dalla paura di non farcela, di poter sbagliare qualcosa, di non riuscire, ma questo corso ci ha insegnato che a volte bastano alcune semplici manovre per far ripartire un cuore. Pertanto siamo concordi nel pensare che se dovessimo trovarci dinanzi ad una situazione critica, dinanzi a qualcuno da aiutare metteremo sicuramente in atto tutto ciò che abbiamo appreso per dare il nostro contributo. Infine vorremmo ringraziare il Professor Martino Desideri per aver organizzato questo importante corso di formazione che ci ha fornito competenze che potremmo utilizzare nell’arco di tutta la nostra vita.
