Sarebbe troppo facile dare la colpa alle istituzioni, sarebbe scontato dire che i governi, i partiti e le onlus non abbiano lavorato in modo adeguato per garantire una parità di trattamento sul luogo di lavoro. In realtà, emendamenti, proposte di legge e decreti nazionali ed europei sono stati fatti e ne è testimonianza il seguente dato: a livello europeo, dieci anni fa la differenza media tra le retribuzioni di uomini e donne era pari al 16,4% e si è ridotta nel 2022 al 12,7%.

Una contrazione pari a 3,7 punti percentuali, dovuta secondo le ricerche, ad obblighi contrattuali e legali imposti dagli stati. In Italia, invece, si è passati dal 6,5% di dieci anni fa al 5% registrato nel 2022. Le istituzioni cercano quindi con fatica di cambiare le carte in tavola, delle volte ci provano con impegno, altre volte invece in modo superfluo. Ma il problema persiste nella convinzione “popolare”, perché quando un’idea entra nella mente delle persone si fa fatica a farla uscire, soprattutto, quando come in questo caso, il concetto può giovare a favore di molti. La mia proposta, quindi, riguarda la società in generale, che, come abbiamo visto, è lo specchio anche del mondo del lavoro.

Bisogna “educare all’educazione”, bisogna educare le prossime generazioni a rispettare la donna, in modo che fra mezzo secolo la terra sia priva di pregiudizi e conseguenzialmente, anche il mondo del lavoro possa essere per tutti uguale. Oltre a questo, ci sono due cose da fare, la prima è quella di sensibilizzare e stimolare tutti con campagne pubblicitarie, spot, libri e riviste; la seconda invece, è un compito che dovrebbe svolgere lo stato, iniziato in realtà già da molto, per poi essere potenziato con il PNRR, ma che dovrebbe essere uno dei primi punti ad essere realizzato completamente. Parlo dell’introduzione e del rafforzamento di alcune condizionalità per le imprese, finalizzate ad incentivare l’assunzione di donne, ed inoltre l’inserimento di una quota minima di assunzioni “Pink” sia nei lavori statali che privati. Per il resto, dobbiamo affidarci al buon senso dei giovani, perché fra molto poco, il mondo del lavoro sarà il loro, anzi, sarà il nostro, ed io posso assicurarvi che noi sappiamo cosa fare, sappiamo come comportarci per cambiare un sistema che ormai non è più il nostro!
Maceroni Pierfrancesco